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COSA DOBBIAMO SAPERE SUL RISCHIO/RITORNO DELLE AZIONI MICROCAP

Quando le attività di Investor Relations mirano ad attrarre investitori individuali, le società small e micro-cap devono essere consapevoli delle caratteristiche nelle quali rientra la propria società.

Il termine microcap riguarda società quotate con una capitalizzazione di mercato inferiore ai 150 milioni di US$ (*), che possono essere classificate, in investimenti growth (in crescita) o investimenti value (in cui il valore è già stato espresso) o in entrambe.

L’investor relator ed il top management della società devono essere consapevoli che:

1. Per la loro classificazione in relazione all’investimento è necessario considerare sempre il ciclo di vita in cui si trova in quel momento la società, che può essere inserita, dagli investitori, tra le aziende growth o le aziende value.

2. I bassi flottanti delle società micro-cap impattano sempre sul loro valore azionario.

3. Il rischio/ritorno delle azioni microcap le classificano come un investimento inappropriato per molti piccoli investitori.

4. La ricerca quantitativa indica che il ritorno sulle azioni è sempre proporzionato al rischio del titolo che si possiede.

5. Le ricerche indicano anche che il ritorno sulle azioni microcap va spesso nella direzione opposta dei ritorni dati dai titoli di grandi capitalizzazioni.

Pertanto le attività di Investor Relations dirette ad investitori individuali dovrebbero focalizzarsi sulla ricerca di Investitori High-Net-Worth Individuals e di conseguenza dei loro Advisor.

Quanto segue è la sintesi di una ricerca effettuata negli USA che sostiene questa tesi (**).

Il top management di una società ad elevata crescita deve considerare le azioni della Sua società nel contesto del mercato dei capitali, e sapere che l’appeal della sua Società è sempre visto in relazione con altri investimenti azionari.
Il mercato finanziario è molto segmentato e numerosi sono i player presenti. Ci sono molti advisor di investimenti e molti gestori di fondi che vedono le società in crescita come investimenti alternativi alle grandi capitalizzazioni o ai bond. Molti Advisor di investimenti assegnano alla categoria delle microcap lo stesso elevato rischio/ritorno che assegnano sia agli high-yeld bonds che ad alcuni tipi di hedge funds.

Detto questo, non tutti i gestori di fondi investono in azioni microcap e non tutti gli investitori individuali sono un target appropriato per le attività di Investor Relations di società microcap. Infatti, negli USA esistono numerose ricerche a supporto del fatto che il più vitale, target di investitore individuale per società microcap, sia l’HNWI (High-Net-Worth Individual).

Nell’investimento azionario bisogna sempre ricordare che si incorre in un ritorno proporzionato al rischio. Più elevato è il ritorno, più elevato è il rischio.

Generalmente le azioni microcap sono considerate dagli investitori istituzionali molto più rischiose delle azioni di società a larga capitalizzazione. Pertanto, le azioni micro e small cap, non sono titoli in cui devono investire persone con un limitato patrimonio, persone inesperte, con bassa propensione al rischio e non sono azioni sulle quali puntare tutta la propria fortuna. Non sono titoli adatti a speculazioni o facili guadagni, a meno che non si rientri nella categoria dei trader professionisti o degli investitori istituzionali. La verità è che le azioni microcap sono relativamente rischiose, in alcuni casi speculative e sono, quasi sempre, da considerarsi come investimenti di medio-lungo periodo. Esse sono un ragionevole ed appropriato asset-class per persone con un buon patrimonio ed una discrezionale capacità di investimento (HNWI).

Benchè le azioni di società microcap siano conosciute anche come investimenti alternativi, gli appassionati di questi titoli affermano che tali azioni sono attraenti perché si tratta generalmente di titoli capaci di crescere potenzialmente più di altri. Essi ritengono anche, che questa prevalente inefficienza del mercato fornisca una reale possibilità di diversificazione in una strategia di investimento che differisce per capitalizzazioni di mercato. Ciò presuppone alcune significative differenze nelle performance di mercato dalle azioni a capitalizzazione più ampia.

Il fatto che numerose microcap non paghino dividendi semplifica la considerazione per cui il ritorno delle azioni microcap va contro tendenza con il ritorno delle azioni a più larga capitalizzazione. Quello che non semplifica la discussione riguarda invece i costi di transazione sugli investimenti in microcap che sono piuttosto elevati.

I costi di transazione ed i risultati sulla liquidità di flottanti ridotti accrescono e complicano ogni sfida per gli Investor Relator di titoli microcap. Alcune ricerche evidenziano infatti come anche il ritorno di portafoglio risenta dei costi di transazione.

Nel 1998 il Plexus Group,(**) una società di consulenza di Los Angeles, completò una estesa ricerca confermando che i costi di transazione applicati alle azioni di società a capitalizzazione più piccola erano molto più elevati dei costi che venivano applicati al trading di azioni a più elevata capitalizzazione. Lo studio confermava anche che lo stile d’investimento degli investitori poteva influenzare i costi di transazione, come anche le fees di brokeraggio.
Gli investitori di large cap godono di vantaggiosi costi di transazioni, mentre gli investitori in small cap sostengono costi di transazione più alti rispetto agli investitori di large cap, e gli investitori di microcap subiscono i costi più elevati di qualsiasi altro investitore.

Negli USA, gli studi sul rendimento azionario utilizzano i dati compilati dal Center for Research in Securities Prices (CRSP) che effettua comparazioni relative tra titoli di differenti capitalizzazioni. I dati delle capitalizzazioni di mercato del CRSP sono organizzati in decili. Prendendo a riferimento tutte le azioni del NYSE (escludendo REIT (Real Estate Investment Trust), ADR ed i fondi chiusi) e dividendoli in decili per capitalizzazioni di mercato si crea il CRSP decili cui vengono aggiunte anche le azioni del NASDAQ e dell’AMEX. Le azioni a più larga capitalizzazione rientrano nei decili 1 e 2. Le Microcap nei decili 9 e 10. 

Negli ultimi anni ’70, Rolf W. Banz all’Università di Chicago iniziò a studiare il ritorno sulle azioni basate sulla loro capitalizzazione di mercato. La sua ricerca suggerì che, anche dopo l’aggiustamento per il rischio, le azioni small cap sembravano performare meglio delle azioni a larga capitalizzazione. Banz ed i suoi colleghi successivamente pubblicarono un quaderno in cui affermavano che le azioni delle più piccole capitalizzazioni di mercato dei decili CRSP avevano generato un ritorno del 5% più elevato rispetto ai rendimenti delle azioni di capitalizzazioni più ampia, sullo stesso orizzonte temporale. I ricercatori, hanno attribuito questo eccesso di profitto al premio di rischio per il possesso di azioni small cap. Tale osservazione fu discussa tra gli accademici nel contesto del Capital Asset Pricing Model (CAPM) ed è conosciuto come l’effetto dimensione.

Gli investitori in società small cap – incluse le micro-cap – citano sempre questi studi.
Come già accennato, il ritorno sui titoli di società microcaps va in senso inverso ai titoli di società a larga capitalizzazione.
Il motivo di questo comportamento risiede nel fatto che i titoli microcap sono gli ultimi titoli ad essere scambiati, perché gli investitori ritornano alle microcap quando si accorgono che le azioni a larga capitalizzazione sono sopravvalutate. Esse sono le ultime azioni ad essere vendute in un mercato che scende perché gli investitori sono restii a vendere le loro azioni meno liquide a dispetto di un mercato di compratori. Ci riferiamo naturalmente ad investitori che operano sulle azioni microcap con un orizzonte temporale di medio-lungo periodo.
Quindi il miglior ingrediente per fornire i titoli microcap di liquidità e scambi stabili e continui è creare un’ampia base di HNWI. Il tempo impiegato nell’individuare, contattare e sensibilizzare gli Advisors di questo gruppo di investitori è un investimento necessario.

Tali stockbrokers possono rivelarsi inoltre una delle migliori linee di difesa, e dei buoni alleati, quando congiunture di mercato negative o risultati periodici poco brillanti, deprimono il prezzo delle azioni. Essi possono trasformarsi in una leva comunicativa influente, poiché capaci di fornire ai loro Clienti interpretazioni di eventi macro e microeconomici, a sostegno del titolo.
(*) Fonte: BNYMellon (survey febbraio 2009)
(**) Fonte: Bloomberg, Investor Relations
Traduzione e libero adattamento di Bianca Fersini Mastelloni, Amministratore Delegato di Polytems Hir
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Bianca Fersini Mastelloni is Chairman and CEO of Polytems HIR. She is a seasoned consultant in Corporate Communication with extensive experience for over 30 years. Since 1999 she is active in Investor Relations and Financial Communication for companies listed on the major financial markets. Bianca provides strategic IR, corporate access in Italy, Europe, USA, investor’s market intelligence, profiling investors, critical communication and reputation. A scholar of issues pertaining to Communications and Investor Relations. Bianca studied at SUNY – State University of New York, Buffalo and at Boston University, Boston, and she works as lecturer with some Italian University. Bianca is author of the book Investor Relations ed Etica , Efficacia e Vantaggi Competitivi - edited from Guerini e Associati - as of as several articles about Investor Relations and financial communication. Bianca has been selected as the most influential CEO 2023 in Italy for Investor Relations and Financial Communications by CEO Monthly, the international publisher of AI Global Media.

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