Traggo spunto da quanto scritto da Elisabetta Corvi sugli Azionisti nel suo libro “Comunicazione di Impresa ed Investor Relations” per aggiungere alcune mie considerazioni.
Agli Azionisti di Maggioranza compete il ruolo fondamentale della determinazione ed attuazione delle strategie aziendali, di conseguenza, essi sono anche responsabili della produzione della maggior parte delle informazioni aziendali emesse. Ne consegue quindi che il bisogno di informazioni da parte degli azionisti di controllo è pressochè irrilevante per la politica di comunicazione economico-finanziaria dell’impresa, sia quando gli azionisti di maggioranza ed i vertici dell’azienda non coincidono (come avviene nelle public company, intese come large cap) sia per le asimmetrie informative che si possono verificare che favoriscono il top management dell’impresa, poichè gli azionisti di maggioranza, rivestendo un ruolo privilegiato, possono sempre richiedere ed ottenere informazioni integrative.
L’estrazione degli Azionisti di maggioranza può essere di natura finanziaria o di natura industriale.
- Sono Azionisti Finanziari coloro che rientrano nella categoria degli investitori istituzionali (banca d’affari, venture capital, fondi, etc). Se la politica di investimento degli azionisti finanziari sarà di lungo periodo non si verranno a creare problemi di asimmetria informativa in quanto gli obiettivi dell’impresa e gli obiettivi dei suoi azionisti tenderanno a coincidere essendo questi rivolti alla massimizzazione del valore del capitale economico. Se la politica di investimento sarà invece di breve periodo, l’azionista andrà alla ricerca del maggior numero di informazioni possibili.
L’informativa richiesta dagli azionisti finanziari sarà un’informativa particolarmente tecnica e specialistica con un’elevata frequenza di flussi informativi.
- Sono Azionisti Industriali, coloro che generalmente, attraverso un’impresa industriale, controllano un’altra impresa secondo logiche di Gruppo.
Anche in questo caso la comunicazione è rilevante per gli azionisti di minoranza e non per quelli di maggioranza.
Gli Azionisti di Minoranza possono invece esprimere fabbisogni informativi assai differenti. Anche tra gli azionisti di minoranza possiamo trovare le categorie degli azionisti finanziari o degli azionisti industriali, ma prevalentemente si troveranno piccoli azionisti o HNWI.
Anche per questa categoria di azionisti, sarà rilevante la filosofia di investimento, che caratterizzerà la distinzione tra azionisti più o meno interessati alle vicende societarie (azionisti attivi ed azionisti dormienti) e fra azionisti con visione di lungo periodo (cassettisti) ed azionisti-speculatori.
Premesso che, la comunicazione finanziaria nei confronti degli azionisti, siano essi di maggioranza, di minoranza o nei confronti di terzi dovrebbe essere sempre impostata alla maggiore trasparenza, quando l’azionista di minoranza svolge un ruolo attivo, è indispensabile da parte di chi controlla l’azienda, impostare rapporti di assoluta trasparenza e correttezza al fine di ottenere non solo consenso, ma collaborazione e fiducia.
Gli azionisti “dormienti” (o cassettisti) saranno invece più interessati alla redditività dell’impresa nel tempo e si limiteranno pertanto a percepire i dividendi, o saranno attratti dai Capital Gains ottenibili dalla crescita dei valori delle azioni da essi detenute nel tempo. Quando il loro obiettivo sarà invece di breve periodo, essi rientreranno nella categoria degli azionisti di minoranza cosiddetti “speculatori” manifestando pertanto una domanda di informazioni riservate sugli andamenti aziendali da sfruttare opportunamente nei mercati borsistici.
Mentre la speculazione è utile per garantire liquidità ai titoli azionari, un eccesso di speculazione può dar luogo a fenomeni devianti che possono produrre effetti negativi per l’impresa anche nel lungo periodo.
Pertanto, mentre la domanda di informazioni proveniente dagli azionisti speculatori non sarà “interessante” per l’azienda, il bisogno informativo degli azionisti “dormienti-cassettisti” andrebbe assecondato e soddisfatto dall’azienda instaurando con essi un rapporto diretto poichè questa categoria di azionisti rappresenta un fattore importante di stabilità dell’assetto proprietario e del titolo. I piccoli azionisti infatti, se opportunamente informati e convinti, assecondano con fedeltà lo sviluppo aziendale attraverso la sottoscrizione degli aumenti di capitale, e come operatori dei mercati primario (nuove emissioni) e secondario, costituiscono, con il loro comportamento, il segnale più significativo della credibilità e della validità intrinseca dell’impresa quotata.
Gli obblighi di comunicazione finanziaria che un’impresa quotata è chiamata ad assolvere sono quindi principalmente diretti ad informare e tutelare i piccoli azionisti ed i terzi.