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CAVALCARE LE INVESTOR RELATIONS: INTERVISTE SERIALI. ALESSANDRA SENICI DI LUXOTTICA

Interesse per la finanza con radici profonde, essere curiosi, voglia di affrontare sfide e nuove esperienze,  capacità analitica e di relazione, ma soprattutto non c’è una ricetta unica.

Alessandra Senici, Investor Relations e Corporate Communication Director di Luxottica Group società quotata alla Borsa di Milano e di New York con una market cap di 29.4 miliardi di €.

In Luxottica dal Maggio 2000, Alessandra dal 2007 è Investor Relations Director mentre dal 2015 riveste  anche la carica di Corporate Communications Director del Gruppo. Precedentemente è stata Equity Analyst in  Rasfin Sim e Cariplo S.p.A., dove ha operato sul mercato primario e secondario assieme ai team di corporate finance ed equity capital markets.  Alessandra  è laureata in gestione Aziendale presso l’Università di Brescia. È membro dell’A.I.R., l’Associazione Italiana dei Responsabili delle Relazioni con gli Investitori e siede nel Consiglio Direttivo di Valore D, la prima associazione italiana di grandi imprese creata per sostenere la leadership femminile.

1. Cosa ha ispirato il suo ingresso nel settore delle Investor Relations?

L’interesse per la finanza ha radici profonde. Dapprima è stata la confidenza con i numeri, la matematica, la logica, fin dagli anni di scuola; poi è arrivata l’università e pian piano sono entrata in contatto con le dinamiche dell’economia e della finanza, con il mercato, con la logica del lavoro e le prime opportunità professionali. Per anni ho lavorato così come analista equity, affiancando anche colleghi del corporate finance e equity capital market nel seguire offerte primarie e secondarie, oltre che attività di negoziazione valute. Ad un certo punto il passaggio è stato quasi naturale, nel momento in cui Luxottica Group era alla ricerca di un IRM per l’imminente quotazione a Milano. Era l’occasione ideale per sperimentarsi nuovamente, affrontare nuove sfide ed esperienze, capire le dinamiche interne ad un’azienda; in definitiva, per diventare io stessa un interlocutore credibile per quella comunità finanziaria di cui fino ad allora ero stata parte attiva, seppur dall’altra parte della barricata. Non in un’azienda qualunque, tra l’altro, ma in uno dei più importanti gruppi italiani. Da lì una grande passione coltivata negli anni è diventata la base solida su cui costruire la mia professione di Investor Relator, e allo stesso tempo un’esperienza unica, che prosegue da più di quindici anni e che ancora oggi mi regala gratificazioni e spazi di crescita professionale e personale, oltre che sfide quotidiane.

2. Quale pensa che siano gli skills più importanti per un IRM?

Come sempre, non c’è una ricetta unica. Un bravo IRM deve saper legger l’azienda, saperla raccontare, essere parte integrante di un meccanismo complesso. Per la mia esperienza ci sono però almeno due caratteristiche individuali che non possono mancare in chi decide di intraprendere questo lavoro, e su cui non si smette mai di crescere e migliorare. Innanzitutto, una forte capacità analitica, nel saper interpretare sia la realtà interna in cui si opera sia il contesto esterno in cui ci si muove, nel proprio segmento specifico e nel mercato più generale. Poi, una capacità di relazione e un’attenzione costante ai rapporti con gli interlocutori e la comunità finanziaria di riferimento. Due attitudini che spesso fanno fatica ad andare di pari passo: i numeri tendono a soffocare l’empatia, e viceversa quest’ultima ti allontana nella quotidianità dall’analisi distaccata. Trovare una sintesi perfetta tra questi estremi è una sfida che ogni giorno si pone per un bravo IRM, anche dopo tanti anni di esperienza.

3. Cosa le piace di più del suo lavoro?

La posizione di IRM ti offre ogni giorno l’opportunità di parlare a nome dell’azienda, di rappresentarla in contesti spesso delicati, di relazionarti e metterti in connessione con stakeholders importanti e con background personali e interessi diversi. Il confronto costante con questi interlocutori, che a volte gestiscono complessità rilevanti e business di grandi dimensioni, ti arricchisce, ti offre angolature diverse, anche per conoscere il tuo lavoro e individuare spunti, nuove modalità operative e di relazione, idee. A volte ti regalano anche solo il piacere di un’evasione, di un consiglio su un romanzo da leggere o un ristorante da provare, in virtù delle relazioni che si costruiscono, basate sulla stima e fiducia reciproche. Come portavoce aziendale, l’IRM è poi chiamato a conoscere tutto dell’azienda che rappresenta e ad interfacciarsi con ogni funzione aziendale. In un Gruppo come Luxottica, ha l’onere e al tempo stesso l’onore di conoscerne ogni aspetto e risvolto, oltre che la visione strategica. Un’opportunità a cui pochi altri ruoli aziendali possono accedere.

4. Cosa fa per rilassarsi dalla pressione causata dall’essere un IRM costantemente alle prese con i mercati finanziari?

Cerco di ritagliarmi ogni spazio utile per dedicarmi del tempo e per staccare la spina. È fondamentale non solo per se stessi, per rigenerare le energie, ma anche per raccogliere stimoli diversi, esperienze, approcci nuovi. Distaccarsi da quel che si fa ogni giorno aiuta a guardare il lavoro anche in modo diverso, depurandosi dall’inevitabile coinvolgimento emotivo. Un tempo cercavo sempre di organizzare dei viaggi avventurosi, impegnativi, in luoghi nel mondo difficili e lontani, dove nemmeno il telefonino potesse avere campo per funzionare. Oggi raccolgo i benefici più grandi dalla lettura, dallo yoga, ancora dal trekking, dall’immergersi nella natura, nel silenzio.

5. Che consigli per lo sviluppo professionale può suggerire a chi intraprende questo lavoro?

Essere curiosi, sempre. Cercare di avere la visuale più ampia possibile, anche quando il lavoro ti porta a concentrarti sulle tante attività quotidiane, a correre dietro scadenze e impegni; avere sempre un occhio aperto e un orecchio teso per cogliere ciò che succede attorno. Poi cercare di essere sempre aggiornati sul mercato, sui movimenti dei concorrenti, carpire trend e fenomeni che potrebbero nel tempo impattare in tutto o in parte il business che si sta seguendo. Infine, coltivare le relazioni. Tutte, professionali e non, cercando di costruire rapporti che possano durare negli anni, costruiti sulla stima e sulla fiducia reciproche, con pazienza, serietà, apertura e, a volte, anche per il solo semplice piacere della conoscenza.

6. Qual è il cambiamento più rilevante che ha visto nel settore delle Investor Relations da quando è iniziata la sua carriera?

Se penso a quando ho cominciato a lavorare e a dove siamo oggi, sicuramente Internet e i social media hanno cambiato tutte quelle professioni che, come l’IRM, gestiscono informazioni e hanno necessità di parlare con il mondo esterno per conto dell’azienda. Si sono moltiplicate negli anni in modo esponenziale le possibili fonti di informazione, così come sono radicalmente cambiati i meccanismi di propagazione e di amplificazione di fatti e notizie, a volte anche di semplici rumor e speculazioni. I tempi di reazione dei mercati e dei listini di borsa così come dei media si sono ridotti all’ordine di minuti, se non di secondi. Di contro, la professione si è fatta più “solida”, strutturata, anche grazie ad una tecnologia entrata sempre più al nostro servizio. Siamo passati dal fax al WhatsApp, dalla traversata intercontinentale per un meeting alla videoconference via Skype. Se le materie prime più pregiate oggi sono il tempo e l’informazione, abbiamo tantissime possibilità di valorizzare al meglio sia l’uno sia l’altra. Non solo tutto è più digitale e veloce, però: anche il modo stesso in cui le aziende si raccontano all’esterno oggi è molto diverso. Prima nella comunicazione ai media, poi sempre più anche nelle Investor Relations è entrato il concetto dello storytelling: come IRM è necessario saper raccontare una storia più ampia e credibile dell’azienda al di là dei soli numeri, toccando anche tematiche imprescindibili come la sostenibilità, l’etica, l’ambiente, il lavoro, in un’ottica sempre più multi-stakeholder. Con una complessità aggiuntiva: l’IRM di oggi parla al mondo intero, ad interlocutori spesso con un background culturale ed esigenze molto diversi.

7. Qual è la lezione professionale più importante che ha imparato nella sua vita professionale?

Sicuramente il processo di quotazione di Luxottica alla Borsa Italiana nel 2000, che mi ha offerto l’occasione non solo di entrare in azienda, ma anche di conoscere da subito e da dentro una molteplicità di aspetti e di informazioni. Da allora ad oggi invece la vera lezione è stata l’importanza della serietà, della correttezza e della trasparenza nell’esercitare la professione di IRM, a vantaggio sia della credibilità personale sia dell’azienda che si rappresenta.

8. Ci racconta qualcosa di insolito che le è capitato come Investor Relator?

Domanda difficile, non perché manchino gli episodi, ma perché è il nostro stesso lavoro a tenere lontana le routine, a creare situazioni nuove, a volte insolite, altre divertenti, sempre comunque stimolanti. Ancora mi strappa un sorriso ad esempio il ricordo dell’acquisizione di Oakley da parte del Gruppo. Era il giugno del 2007 ed ero già in viaggio negli Stati Uniti per alcuni incontri di lavoro quando l’amministratore delegato di allora mi chiamò per chiedermi di prolungare il viaggio per un week-end in California. Per due giorni fui dirottata a Los Angeles del tutto “in incognito”: nessuno doveva sapere che ero lì! Nelle 24 ore prima della firma del deal dovetti lavorare all’interno dell’ufficio d’appoggio dei nostri legali, senza mai uscire, senza neppure poter dire a genitori e amici dove fossi e cosa stessi facendo. Isolata da buona parte del mondo, ma pronta ad un’avventura, per un IRM, da togliere il fiato. Col senno di poi è stata un’operazione fantastica e importantissima oltre che un’esperienza indimenticabile: oggi Oakley è il secondo marchio di Luxottica, conosciuto in tutto il mondo e con tecnologie all’avanguardia. Altri aneddoti poi, anche a distanza di anni, non posso ancora raccontarli! Gli episodi più belli sono spesso memorie private, elementi preziosi di un bagaglio di esperienze che ha bisogno anche di qualche imprevisto ed episodio spiazzante per essere davvero tale.

9. Ci dica qualcosa a proposito di una situazione stimolante con cui ha avuto a che fare e come è stata affrontata.

Come IRM abbiamo la fortuna di affrontare ogni giorno situazioni nuove, sfide stimolanti, temi delicati e rilevanti nelle dinamiche aziendali e di business. Non ci si annoia mai, ed è il motivo per cui ancora oggi amo moltissimo il mio lavoro, tanto più all’interno di un’azienda dinamica e vitale come Luxottica. Penso poi a situazioni più specifiche, come l’organizzazione di un’agenda per un Investor Day: è sempre come se fosse la prima volta, con lo stesso piacere della scoperta, la stessa voglia di innovare, di interpretare il momento e i messaggi che si vogliono veicolare alla comunità finanziaria. Poi tutte le acquisizioni seguite dal mio ingresso in azienda ad oggi: da quella di Oakley, già raccontata, alle tante altre che fortunatamente l’azienda ha saputo portare a termine e valorizzare nel corso degli anni, ogni volta in aree del mondo diversissime, dal Brasile all’Australia, e oggi sempre di più nel mondo digitale. Potrei però fare molti altri esempi. L’importante è non sedersi mai, non adagiarsi sulle routine, perché è il mercato stesso a correre veloce e un bravo IRM deve stare sempre al passo.

10. Cosa vorrebbe dire ad un giovane professionista che sta considerando l’idea di entrare nelle Investor Relations?

Credo la ricetta sia semplice da dire, non banale da applicare. Tanta voglia di fare, tanta umiltà, tanta curiosità. Amare il proprio lavoro, avere piena consapevolezza del proprio ruolo, saperne coglierne tutti gli aspetti utili che possono farti crescere anche sul piano personale. E se avete una mezza idea di intraprendere questa carriera, sappiate che motivi per buttare il cuore oltre l’ostacolo e provarci ce ne sono davvero tanti.

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Bianca Fersini Mastelloni is Chairman and CEO of Polytems HIR. She is a seasoned consultant in Corporate Communication with extensive experience for over 35 years. Since 1999 she is active in Investor Relations and Financial Communication for companies listed on the major financial markets. Bianca provides strategic IR, corporate access in Italy, Europe, USA, investor’s market intelligence, profiling investors, critical communication and reputation. A scholar of issues pertaining to Communications and Investor Relations. Bianca studied at SUNY – State University of New York, Buffalo and at Boston University, Boston, and she works as lecturer with some Italian University. Bianca is author of the book Investor Relations ed Etica , Efficacia e Vantaggi Competitivi - edited from Guerini e Associati - as of as several articles about Investor Relations and financial communication. Bianca has been selected as the most influential CEO 2023 in Italy for Investor Relations and Financial Communications by CEO Monthly, the international publisher of AI Global Media.