Nel corso di questi incontri, gli azionisti hanno votato e sottoposto domande elettronicamente ma poche società hanno pubblicato online le domande così che altri investitori potessero vederle. I dirigenti che gestivano i meeting virtuali, piuttosto che prendere visione delle domande pubblicate, hanno scelto a quali rispondere. Alcune critiche hanno riguardato l’erosione dell’interazione personale con il top management delle azienda attraverso questi meeting. “Hai bisogno di aver dato e preso dagli azionisti e dal Consiglio”, ha commentato Glyn A. Holton, Direttore esecutivo di S. Proxy Exchange. Symantec è diventata la prima tra le 500 società di Fortune ad optare per un virtual annual meeting l’anno scorso, ed a Settembre 2010 la sessione online ha ottenuto 31 azionisti, contro solo una manciata di conference in diretta durante i 10 anni precedenti.
Herman Miller, prima della sua emigrazione nel 2007, disse che garantiva che i virtual meeting avrebbero incontrato l’approvazione degli azionisti. Tuttavia, l’intensità di presenze di investitori che le società si aspettavano che il nuovo formato avrebbe generato non si è verificato. Dall’altra parte, i costi dei virtual meeting sono molto minori dalle sessioni personali delle società tenute tra il 2001 ed il 2009, secondo quanto sostenuto da Mark Schurman, portavoce di Herman Miller. Alcuni criticiti credono che i meeting virtuali possano proliferare se le società indirizzano le loro richieste con alcune protezioni. Per esempio, Holton promuove un display elettronico di domande già sottoposte così che gli azionisti possano supportare le domande cui il management può rispondere.